“Il terapeuta raccoglitore di perle” di Annick de Souzenelle
Riflessioni personali….. Io, terapeuta di me stessa. Scrivere un trattato su questo argomento non solo richiede un raccoglimento profondo, ma anche una sensibilità che non è sempre facile attivare. La storia ci ha lasciato memoria dell’unico grande guaritore e Terapeuta, Gesù. Lui è stato indescrivibilmente speciale, veramente veloce nel ritorno all’Unità, dopo di Lui, nessun altro è stato capace di tanto. Tuttavia l’uomo ha cercato di apprendere dai suoi insegnamenti, riuscendo talvolta ad ottenere risultati confortanti. Ma l’umanità sta facendo un errore profondo etichettando il Terapeuta (di seguito T.) come una persona che guarisce altre persone, non è proprio così! E’ il riflesso della propria personale divinità che guarisce, ma la Luce non sa di guarire, perchè è Luce universale, non ha un intento. Esiste in quanto tale. Il T. è una persona come ce ne sono tante, che ha accettato di lavorare ogni istante della propria vita nel proprio laboratorio di ricerca interiore. In questo luogo immaginario avvengono trasformazioni, magie, le emozioni si creano e si distruggono. C’è movimento, instabilità, rumore e silenzio. Io sono terapeuta di me stessa ogni volta che decido di ascoltare il disagio, il turbamento, il malessere che si insinuano tra le note dei miei giorni melodiosi. Ma questo disturbo è importante, richiama la mia attenzione e mi sprona ad ascoltare scrupolosamente. L’equilibrio è perduto finchè non trovo la soluzione, finchè non capisco il senso di questo nuovo assetto. In quel momento gli strumenti del mio laboratorio personale sono preziosi. Penso a come muovermi, provo, sbaglio, correggo il tiro, aspetto. Mi calmo. Accetto di passare del tempo in questo stato precario, sicura e fiduciosa del fatto che quello che accade mi serve per crescere, avvicinarmi, per poter percorrere la via del ritorno. Questa condizione di assenza di gravità, in cui finalmente mi sono amorevolmente arresa a me stessa, è la più favorevole perchè “l’occasione” si mostri. Solo quando la mente tace le cose accadono. Le perle non si cercano, sono loro che si mostrano, quando si è pronti per raccoglierle e farle nostre. Per questo l’uomo saggio non cammina e arriva (cit. Lao Tsu). Serve molta, molta attenzione però, o la perla passerà inosservata e sarà perduta per sempre. Io penso, e parlo per esperienza personale, che le perle possano anche venire donate. Spesso si trovano nelle tasche di persone che ci mettono in difficoltà, ma quando la perla è vicina, la avverti, intuisci la sua potenza. Se è destinata a te, sarà tua, e diventerà parte integrante della tua personale saggezza. Nella mia visione del percorso animico, io penso che quando mi arrenderò all’essere T. e terapeutica, sarò io stessa una meravigliosa perla! Raggiunto un buon livello evolutivo, l’uomo che cammina verso la luce, non è più un raccoglitore di perle, bensì creatore di perle! Questo sarebbe un vero salto evolutivo: un uomo con un pensiero alto, completo, trascendente, capace di creare nel buio e mostrarsi nella luce. Il T. di se stesso rinuncia, e proprio lasciando che sia… E’IL VERO UOMO TERAPEUTA E‘ LA PERLA, E NON SA DI ESSERLO.
Proprio questa condizione di coscienza incondizionata regala all’umanità nuove perle, che verranno raccolte, inghiottite, assimilate, fino a formare un nuovo essere di luce… e la vita, grazie al cielo, continua… Paola ☯️
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