Sulla pelle, il massaggio porta un messaggio…
Il primo tocco che riceviamo nella vita ci inizia al piacere e avviene alla nascita: sono le carezze amorevoli di una madre e di un padre che ci accolgono nel mondo. Fin da bambini abbiamo bisogno delle carezze e del contatto per crescere in modo sano sia a livello fisico che psicologico. La pelle, il nostro più esteso organo di difesa e di confine con il mondo, è ricca di terminazioni nervose. La pelle è definita “la parte rovesciata del sistema nervoso” grazie alla comune origine dall’ectoderma embrionale. La pelle fa la sua comparsa prima di qualsiasi altro sistema sensoriale, verso la fine del secondo mese di gestazione, precedendo tutti gli altri sistemi di senso, che arriveranno più tardi nello sviluppo del feto. Assieme alla pelle il tatto è il primo senso a svilupparsi, prima del sistema olfattivo e gustativo, del sistema vestibolare, e dei due sistemi chiamati sistemi distali, l’auditivo e il visivo. Varrebbe la pena andare a rivedere ciò che ho scritto nel secondo capitolo a proposito del quarto chakra, per recepire quanto il tatto sia collegato all’amore. In virtù di una legge biologica che enuncia che “più una funzione è precoce e più è probabile che sia fondamentale”, si intuisce l’importanza che la pelle ha nello sviluppo dell’uomo. Tra tutti gli organi di senso la pelle è la più vitale ed indispensabile alla vita. Da neonati, attraverso la pelle, impariamo a percepire lo stato d’animo di chi si occupa di noi così come la madre percepisce il nostro umore se istintivamente abbiamo bisogno di calore, chiediamo attenzioni o abbiamo fame. Da bambini amiamo i nostri genitori amando il loro corpo che tocchiamo e cerchiamo con piacere.E’ attraverso l’esperienza del tocco che iniziamo a conoscere le fondamenta del linguaggio d’amore e della comunicazione con l’altro.
Impariamo a comunicare attraverso il contatto: tenendoci per mano, sfiorandoci, prendendoci cura dell’altro anche solo attraverso un piccolo tocco. Se viviamo una delusione o un momento di dolore sentiamo urgentemente il bisogno di buttarci nelle braccia di qualcuno perché ci consoli e si occupi di noi. Quando una persona si sente accarezzata, riportata a quel senso di amore materno, rafforza la sua autostima e valorizza il proprio corpo come qualcosa di piacevole, capace di suscitare desiderio e donare piacere. Molti studi hanno confermato che i processi fisici neuroendocrini che si attivano sono quelli dell’aumento del tono vitale poiché aumentano le endorfine. Inoltre si abbassano i livelli di cortisolo in circolazione.E’ stato inoltre scientificamente provato che il contatto può dissolvere le tensioni muscolari, suscitare profonde sensazioni di benessere e rilassamento psicofisico, stimolare le difese naturali dell’organismo ed il suo riequilibrio.
Da adulti, spesso, proviamo un po’ di nostalgia di quel tocco dolce che si posava sulla nostra pelle e ci accarezzava, accogliendoci. Questo perché tendiamo a perdere l’abitudine alle carezze ed al contatto. A volte, a causa delle esperienze negative della vita e delle sofferenze, ci ritiriamo in noi stessi e mettiamo un po’ di distanza tra noi e gli altri. Inoltre, i mezzi tecnologici, che ultimamente sostituiscono i gesti affettivi reali con quelli virtuali, ci stanno allontanando gli uni dagli altri. In certe situazioni ci verrebbe spontaneo posare una mano sulla spalla, abbracciare o semplicemente dare una tenera carezza, ma vince il timore del rifiuto, e quella distanza che ormai fa parte di questo nuovo modo di comunicare si amplia. L’assenza di contatto provoca disturbi dello sviluppo, ansia e insicurezza in sè stessi. Ognuno di noi ha un grande bisogno di relazionarsi attraverso il contatto, il tocco, le carezze. Ne abbiamo bisogno perché il contatto e le carezze parlano un linguaggio autentico, diretto, senza inganni, e ci consentono di dare e ricevere in modo fluido e sincero. Una carezza sulla nostra pelle dice molte cose: ti accolgo, vai bene così come sei, non preoccuparti va tutto bene, ti riconosco, ti voglio bene, ti amo... Perciò non dobbiamo elemosinarla ma donarla il più possibile: questo semplice gesto racchiude in sé una ricchezza immensa a cui attinge sia chi la dona sia chi la riceve.Le mani guariscono solo se portano la persona verso il RITROVARSI, lo RISCOPRIRSI, verso il processo della trasformazione. Il Terapeuta è strumento per portare a consapevolezza.
I momenti della vita che contano e curano davvero sono quelli in cui ci permettiamo di incontrare e sentire profondamente l’altro.Il tocco praticato con amore ha una straordinaria capacità terapeutica! Accettare di farsi toccare, quando diventa una scelta vissuta con coscienza, apre le porte alla connessione profonda, la Forza Vitale riprende vigore, e tutto si fa movimento benefico.
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